mercoledì 15 maggio 2013

PAROLA AI LETTORI...

Naturalmente il tuo libro l'ho letto il giorno seguente. Secondo me, se
questo era il tuo scopo, sei riuscita perfettamente a dare il senso del
sentire dei giovani. Dei giovani della mia generazione e di quelli
delle generazioni seguenti. E pur nella differenza tra le esperienze di
anni così diversi, pure si percepisce una specie di somiglianza (?) no, è
più corretto dire continuità. Non sono tanto diversi  i ragazzi che sono
venuti a Firenze per l'alluvione da quelli che vanno oggi in Africa o fanno volontariato
in Italia.
Alla fine della lettura mi è rimasta una sensazione che forse non so
descrivere bene, ma è come se mi avessero parlato e con quasi tutti avevo
stabilito una relazione, una corrispondenza. Avevo capito sul serio il
momento che stavano vivendo.
Dettaglio personale: alcuni miei amici vennero a Firenze in
quell'occasione, ma mio padre mi proibì assolutamente di andare ed io non
ebbi la forza di ribellarmi. Quello di non esserci stata è uno dei miei
rimpianti. La stessa storia si era ripetuta due anni prima per i funerali
di Togliatti a Roma. Mi consolai col film che proiettarono al Petruzzelli
tempo dopo.
Anna Maria Mancini, docente dell'Università